giovedì 14 giugno 2012

Cristeros: omaggio breve

Ricordiamo il grande orgoglio di un popolo che ha donato all'umanità un nobile esempio d'onore e di Fede, che ha dimostrato al mondo cosa realmente significa ribellarsi all'incombere della malignità massonica e satanica: la Cristiada

Il secolo scorso vide il Messico cadere vittima di governi visceralmente massonici e dell'interesse essenzialemente malevolo delle potenze anglo-americane e della borghesia liberale.
Gli attacchi a questa terra Cattolicissima e la conseguenziale ribellione del popolo avvenivano già da decenni: ai principi del 900 il fenomeno esploderà.

L'anticlericalismo dei governi al potere culminerà nella Costituzione di Queretaro (1917) coi seguenti: 
  • Articolo 3: laicizzazione obbligata dell'istruzione.
  • Articolo 5: messa al bando degl'ordini e dei voti religiosi.
  • Articolo 24: proibizione del culto aldifuori degl'edifici ecclesiastici. 
  • Articolo 27: prioibizione - pell'istituzioni ecclesiastiche - di acquistare, detenere o amministrare beni immobili. I beni ecclesiastici vennero dichiarati proprietà dello stato. 
  • Articolo 130: perdita del diritto di voto pegl'appartenenti al clero.
Quest'articoli resteranno in vigore fino al 1992. Verranno poi emendati il 3, il 5 ed il 24, mentre il 27 ed il 130 verranno solo modificati.


 I sacerdoti divennero dei funzionali statali. Il loro numero, nei vari stati messicani, non doveva superare un tetto prefissato. Essi erano assegnati ognuno ad un numero assurdo di fedeli. Nello stato di Michoacan se ne vedrà uno ogni 33 mila fedeli; in quello del Chiapas uno ogni 60 mila; in quello di Vera Cruz uno ogni 100 mila.
Il matrimonio religioso non aveva più valore civile.
Le pubblicazioni a sfondo religioso vennero vietate.

Maggio 1921. Nella Cattedrale di Morelia venne pugnalata un'immagine della Madonna di Guadalupe, mentre sulla sua sommità vennero issate le bandiere socialiste.

Novembre 1921. Una bomba viene fatta esplodere all'interno della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, ai piedi della tilma miracolosa coll'immagine della Vergine. Essa rimane intatta.


Nel 1925 lo stato, coll'aiuto del sacerdote scismatico Josè Joaquin Pérez, crea la Chiesa Apostolica Messicana. Essa avrà vita breve e sarà ferocemente odiata dal popolo.Vi aderiranno solo sei parrocchie e tredici sacerdoti.



A ciò s'aggiunse, nel 1926, la Legge Calles, la quale stabiliva che:

  • l'indossare l'abito ecclesiastico fuori dagl'edifici ecclesiastici fosse multato con 500 pesos d'ammenda.
  • il chierico ch'avesse criticato il governo dovesse essere improgionato per 5 anni.
Vedremo in alcuni stati ulteriori sanzioni pella Chiesa Cattolica.
Il presidente Calles (da cui la denominazione notoria della suddetta Riforma del Codice Penale) - 33° grado della massoneria - in reazione ad una lettera pastorale del vescovato messicano - nella quale s'accusò il governo di voler annichilire il cattolicesimo onde favorire protestantesimo e massoneria - razziò i beni ecclesiastici, chiuse monasteri, conventi e scuole religiose ed espulse gli ecclesiastici stranieri.
I prelati vennero costretti a sposarsi.
Suonare le campane, distribuire o possedere santini ed indossare medagliette sacre era punito colla prigione o con un'ammenda.
I genitori che educavano i figli cattolicamente venivano puniti.
Seguirà una vera a propria mattanza di ecclesiastici; ne risulterà che il numero degli stessi scenderà da 4 migliaia e mezzo a 334. Degli stati messicani, 17 si ritroveranno senza sacerdoti. 

Questa Cattolicissima Nazione, nella quale si stima vi fossero, all'epoca, 15 milioni di fedeli, coraggiosamente insorse. Vi furono numerose manifestazioni pacifiche e molta penitenza pubblica.

Agl'impiegati cattolici venne imposto di scegliere tra il posto di lavoro e Cristo. 389 dei 400 maestri di Guadalajara si fecero destituire.

Verrà fondata - coll'appoggio del vescovato - la Liga Nacional de Defensa Religiosa, la quale promosse una petizione per far abolire la Costituzione e le leggi contro la Chiesa Cattolica. Nonostante fosse stata firmata da 2 milioni di messicani, non venne presa in considerazione.

Pio XI, colla lettera Paterna sane sollecitudo (del febbraio '26) e l'enciclica Iniquis Afflictisque (novembre '26) denunciò il tutto - ed anche, nel discorso natalizio del '27, il silenzio mediatico mondiale circa tale situazione -.

La popolazione avviò una protesta economica (promossa particolarmente dall'Associazione Cattolica della Gioventù Messicana): non pagò più le tasse, si limitò all'acquisto dello stretto necessario, rinunciò ai viaggi e lasciò vuoti teatri e luoghi di divertimento, ritirò i soldi dai depositi bancari. Otterrà il fallimento della Banca di Tampico e di quella inglese e le chiusure delle Camere di Commercio.

La tirannide reagì. Le pene detentive vennero sostituite colle fucilazioni.
L'esercito braccio di tale mattanza fu armato dalle potenze americane. Anche il vescovo di Baltimora (nel '26) Curley denunciò apertamente questo fatto.
S'applicò la pena capitale a chi avesse fatto battezzare i propri figli, avesse contratto matrimonio religioso o si fosse confessato.
Neanche questo intimidì la cattolicità messicana. Vi furono veri e propri tappezzamenti di grandi città con manifesti recitanti: Viva Cristo Re! . Anche l'auto del presidente, un giorno, venne trovata completamente ricoperta da adesivi riportanti: Calles, ve ne furono di peggiori di te: la Chiesa li ha vinti tutti! .
Seguirono altre fucilazioni.

28 Maggio 1926. Plutarco Elias Calles riceve la medaglia al merito massonico - in qualità di avversario del fanatismo - dal supremo Gran Commendatore del Rito Scozzese, Luis Manuel Rojas.

1 Agosto 1926. Il vescovato messicano - coll'appoggio di Pio XI - in concomitanza coll'entrata in vigore della Legge Calles, sospende il culto in tutto il Messico.
I giorni precedenti furono caratterizzati da un vero assalto ai sacramenti da parte dei fedeli.
Il 31 Luglio si celebrò la Messa, preceduta dall'adorazione Eucaristica. Alle 23.30 le campane cominciarono a suonare e la distesa di fedeli scoppiò in pianto. Il giorno dopo la Chiesa messicana sarebbe entrata in clandestinità.


Ancora violenze, violenze inaudite. I Cattolici imbracciano le armi. Scoppia la Cristiada.
Da tutta la Nazione si radunano in cima al Cubilete - centro geografico del Messico - invocando la Vergine di Guadalupe e Cristo Re. Da quella cima s'alza il grido che segnerà e attraverserà tutta la riscossa cattolica: Viva Cristo Re! .



Il governo tenterà di spargere terrore tra gli insorti. I carcerati furono chiamati a scegliere tra l'abiura e la fucilazione.

Tutti i Cristeros porteranno in tasca il proprio testamento.
In tasca ad un tredicenne si troverà un foglio, sul quale v'era scritto: Alla mia prediletta Mamma. Sono un prigioniero e loro mi uccideranno. Io sono felice. L'unica cosa che mi tormenta è il tuo pianto. Non piangere mamma. Noi ci reincontreremo. José, ucciso per Cristo Re. .

11 Gennaio 1927. Venne proclamato il manifesto de los Altos. Nasce l'Esercito Nazionale dei Liberatori. Per accedervi, la recluta prestava giuramento a Cristo Re ed alla Vergine di Guadalupe con in mano il crocifisso, baciava la bandiera di Guadalupe ed un sacerdote gli poneva al collo un Crocifisso: così nasceva un nuovo Cristero. In un anno ne nacquero 25 mila.

Una quarantina di sacerdoti fungevano da cappellani pei combattenti e cinque furono loro stessi combattenti: due divennero anche generali.
I Cristeros vivevano all'insegna del culto e della pratica religiosa. Spesso offrivano canti alla Madonna, particolarmente prima di dormire e praticavano spesso l'adorazione Eucaristica, dandosi il cambio ogni quarto d'ora. Recitavano quotidianamente il Rosario.
Si ricorda la preghiera composta dal cristero Ancleto Gonzàles Flores (morto, in seguito ad atroci torture, il primo aprile del 1927), che recita:
Gesù misericordioso! I miei peccati sono più numerosi delle gocce di sangue che versasti per me. Non merito d'appartenere all'esercito che difende i diritti della Tua Chiesa e che lotta per Te. Vorrei non aver mai peccato in modo tale che la mia vita sia un'offerta gradita ai tuoi occhi. Lavami delle mie iniquità e purificami dai miei peccati. Per la Tua santa Croce, per la mia Santissima Madre di Guadalupe, perdonami! Non ho saputo fare penitenza dei miei peccati; per questo motivo voglio ricevere la morte come una punizione meritata per essi. Non voglio combattere, né vivere né morire, se non per te e per la tua Chiesa. Madre Santa di Guadalupe, accompagna nella sua agonia questo povero peccatore. Concedimi che il mio ultimo grido sulla terra ed il mio primo cantico nel Cielo sia "Viva Cristo Re"!
Le donne erano organizzate in brigate intitolate a Santa Giovanna d'Arco.

Tra i martiri della Cristiada ricordiamo due appartenenti alla Gioventù Cattolica, Manuel Melgarejo (17 anni) e Joaquim Silva (27). Quest'ultimo, al patibolo, disse: Non siamo dei criminali, né abbiamo paura della morte. Io stesso vi darò il segnale di sparare quando gridero: 'Viva Cristo Re, viva la Vergine di Guadalupe'! . Così fu. Questo grido accompagnò nella morte tutti i martiri Cristeros.

Si ricorda anche:
  • José Sanchez del Rio (13 anni), il quale pregò la madre di concedergli di giungere al Paradiso così facilemente e presto e, al rifiuto dei Cristeros d'arruolarlo pell'età, egli rispose che se fosse stato troppo piccolo pel fucile, sarebbe stato utile in tant'altri modi: divenne prediletto di tutti i Cristeros ed andò alla spedizione del 5 Febbraio '28 a Cotija. Venne imprigionato e rinchiuso in una chiesa sconsacrata, trasformata in un pollaio. Dopo una notte di preghiere, indignato, uccise tutti i polli. Lo picchiarono e lui chiese d'essere lasciato vivo pella fucilazione, ardendo dal desiderio di diventare martire. Alle 23 del 10 Febbraio fu portato al cimitero e lui accompagnò la sua marcia col canto Cristo vince! Cristo regna! Cristo impera! che fece imbestialire i suoi boia che lo riempirono di pugnalate - incalzati dall'incitamento dello stesso José - e lo finirono con un colpo alla testa.
  • Tomàs de la Mora (16 anni), reo d'indossare lo scapolare del Carmelo. Trasportato in caserma, cercarono di strappargli i nomi dei Cristeros. Tacque. Nonostante l'impedimento costituzionale, fu condannato all'impiccagione in piazza. Egli stesso si mise il cappio al collo. Morì proclamando la Regalità di Cristo e dichiarando che in Cielo avrebbe diretto le sue preghiere ai suoi cari, alla Chiesa, al Papa ed ai suoi aguzzini, speranzoso rispetto alla loro conversione. Nella stessa città, Colima, vennero impiccate 5 donne. Il viale ove avvenne la mattanza è, per tutti, l'Avenida de los Martires.
  • Eleonora Garduno, condannata alla fucilazione dopo essersi rifiutata di collaborare col generale Ortiz - famoso pel tatuaggio del demonio sul petto, che dichiarava essere il suo dio -.
  • L'avvocato Gonzales, la cui moglie portò il suo corpo ai suoi figli per far vedere loro il loro padre martire della Fede, chiedendo agli stessi di promettergli di continuare sul suo sentiero.
  • Don Pablo Garcia, a cui furono cavati gli occhi ed amputati il naso e le orecchie.
  • Don Sébas Reyes Salazar, fucilato dopo tre giorni di torture.
  • Padre Elias Nieves, che, al termine della sua preghiera, al patibolo, invitò il plotone - che obbedì, reverenzialmente - ad inginocchiarsi per ricevere la benedizione. La cosa scatenò l'odio del comandante, che gli sparò nel petto nel mentre tracciava il Segno della Croce.
  • Padre Miguel Augustin Pro, la cui esecuzione fu ricolmata dal senso della cattolicità. Come ultimo desiderio chiese di pregare: lo fece devotamente, in ginocchio. S'alzò baciando il Crocifisso - mediante il quale benedisse la folla invocando per essa la pietà del Signore - ed alzò le braccia, formando una Croce, dichiarando di perdonare i suoi nemici. Come tutti i Cristeros, morì col fiero sguardo verso il Cielo, all'urlo di Viva Cristo Re! .
I tanti Martiri videro ripagato il loro sangue - oltre che colla Gloria nel Cielo - anche da vittorie materiali. 
Tre generali, 324 ufficiali, 2892 soldati: questo il bilancio delle perdite dell'esercito federale tra Gennaio e Maggio '28.
Tra la fine del '28 e gl'inizi del '29, si prospettava la vittoria dei Cristeros, tant'è che i vertici governativi cominciavano a pensare ad un accordo coi rappresentanti della cattolicità.
Segretamente, si raggiunse un accordo tra il governo messicano ed i vertici dello Stato Vaticano.
Allora si contavano 30 mila morti Cristeros, 40 mila caduti nell'esercito federale e 140 mila caduti tra i civili.
In virtù dell'accordo, vennero formalmente sospese le disposizioni antiecclesiastiche - eccezion fatta pella registrazione dei sacerdoti e l'interdizione, pegli stessi, da ogni attività politica -.

29 Giugno '29. Riprende il culto nelle Chiese del Messico. Con tanto, l'autorità tirannica ingannò la Chiesa ed i Cristeros, nonostante se ne fossero resi conto, accettarono tacitamente la resa. I Cristeros divennero vittime della vendetta del Calles. 1500 morti, tra cui 500 alti gradi dell'Esercito Nazionale dei Liberatori.
Dolores Ortega, sopravvissuta alla Cristiada, dichiarerà ad un settimanale italiano (nel '93) che i Cristeros fecero più morti conseguenzialmente agl'accordi che durante la guerra.

Pio XI colle encicliche Acerba Anima (settembre '32) e Nos es muy conocida (marzo '37) denunciò la violazione dei patti da parte del governo federale ed incitò ancora una volta il popolo messicano alla rivolta armata. Per contro, il governo denunciò la prima enciclica come un'invasione di Roma negl'affari interni messicani e minacciò di trasformare gl'edifici ecclesiastici della Nazione in scuole e magazzini.

Si riebbe una rivolta contenuta tra gli anni '34 e '38. Questa, chiamata Segunda Revolucìon, terminò colla resa dell'ultimo capo cristero - Federico Vazquez - nel '41.

Al termine di questo culmine di violenza della storia umana, la situazione messicana si ritrovò così come ebbe provocato la santa rivolta della Cristiada. Anni di indefinibile cruenza e violenza provocati dall'ingiustizia del principio massonico - di chiaro sapore luciferino - che oggi viene chiamato laicismo. Principio che ha pervaso e distorto secoli e secoli della storia umana e ci porta qui, oggi, a condannare un'umanità che fa dello stesso bandiera ed a riprendere la stessa Santa Chiesa la quale, minacciata da questo fumo di satana, deve svegliarsi e reagire, sul mirabile e sublime esempio dei martiri di cui abbiamo commossamente scritto.



VIVA CRISTO RE E MARIA!

SOVVERSIONE E RESTAURAZIONE



Pubblichiamo la recensione dell'ultimo lavoro di Don Curzio Nitoglia: un agile scritto, ulteriore e prezioso supporto formativo  per indirizzare al meglio il pensare e l'agire  del "miliziano" cattolico  forzanovista. 
● Esso vuol essere un manuale di base per la formazione del militante, che oggi si trova a dover combattere contro la Sovversione e per la Restaurazione. La ‘Sovversione’ è il disordine che l’uomo sperimenta in sé dopo il peccato originale,  dietro la spinta delle tre Concupiscenze (orgoglio, avarizia e lussuria); la ‘Restaurazione’ è il cercare di ritornare all’ordine turbato dalle tre Concupiscenze nell’individuo, nella famiglia e nella Società civile.

● Più precisamente la ‘Sovversione’ è il ribaltamento, il rovesciamento e lo sconvolgimento dell’ordine individuale, familiare e sociale. La ‘Restaurazione’ è il riportare l’ordine perduto e quindi in breve consiste nel ripristinare l’ordine individuale, familiare e sociale.

● Per poter restaurare l’ordine nella Società civile occorre prima averlo in sé (“nemo dat quod non habet”, nessuno dà quel che non ha), poi nella  famiglia e infine lo si può portare nello Stato, che è un insieme di famiglie unite al fine di conseguire il benessere comune temporale subordinatamente a quello spirituale. L’ordine è la sottomissione dell’anima a Dio e la padronanza dell’anima sul corpo e i suoi istinti. La ‘Sovversione’ è lo scardinamento di quest’ordine. La vita spirituale consiste nel ristabilire quest’ordine nell’animo del singolo uomo; la vita politica consiste nel riportarlo nella Società civile.

● Infatti la Politica o azione sociale è la Virtù di Prudenza (che ci fa scegliere i mezzi migliori per conseguire un fine) applicata alla Società, mentre l’Economia si occupa del focolare domestico e la Monastica del singolo individuo. Invece per Machiavelli la “politica” è un “vizio”, ossia è l’arte della furbizia e dell’inganno per ottenere il proprio fine (“il fine giustifica i mezzi”).

● L’uomo per natura è socievole; quindi lo  Stato o la Società civile per natura deve conoscere, amare e servire Dio così come lo deve l’insieme di uomini da cui è formata.

● La ‘Sovversione’ è nata col peccato di Adamo, ma, a partire dalla  Cristianità, ossia dall’epoca in cui  lo spirito del Vangelo informava le leggi della Società, essa ha conosciuto varie tappe: l’Umanesimo e il Rinascimento (1400-1500), che hanno cercato di rimpiazzare il Vangelo con la Cabala o l’esoterismo ebraico a livello delle élite intellettuali o Accademie culturali; poi è venuto il Protestantesimo (1517), che ha  immesso il soggettivismo e il relativismo nella Religione rendendola una  pura esperienza soggettiva e sentimentale, essenzialmente antigerarchica e sovvertitrice dell’ordine voluto da Gesù quando ha fondato la Sua Chiesa su una persona che è il Papa, il quale è il Re del Corpo Mistico; infine è venuta la Rivoluzione francese (1789), che ha portato il disordine nella Società, nella scienza e nell’azione Politica. Il Comunismo (1917) ha peggiorato il disordine della Rivoluzione francese - cercando di distruggere la proprietà privata, la famiglia e la religione - ed ha conosciuto il suo vertice con il 1968 sposando il freudismo, che ha portato il disordine in interiore homine eccitando al parossismo le tre Concupiscenze e rendendo l’uomo un animale selvaggio ed impulsivo. Oggi ci troviamo nell’ultima fase della  Sovversione, il Mondialismo, che a partire dall’11 settembre del 2011 cerca di impadronirsi del mondo intero e di edificare un unico Tempio e una sola Repubblica universale per rendere schiava la quasi totalità dell’umanità sotto il giogo di Israele e dell’America, i due Stati dominati dai principali agenti della Sovversione: il giudaismo e la massoneria.

● La Restaurazione comporta la Gerarchia. Non bisogna cadere nel vizio del fariseismo calvinista e  liberista, il quale scambia gerarchia per prepotenza, sfruttamento ed oppressione del debole. Gerarchia significa che vi è una differenza accidentale tra gli uomini  (chi è più buono chi meno, chi più intelligente chi meno, chi più lavoratore chi meno), la quale fa sì che il migliore sia più in alto e comandi, senza disprezzare e maltrattare chi si trova più in basso ed obbedisce.

● L’apologo di Menenio Agrippa ci fa capire con un semplice esempio cosa sia la vera gerarchia: “Una volta le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso, ruppero gli accordi con lui e cospirarono dicendo che le mani non avrebbero portato cibo alla bocca, né la bocca lo avrebbe accettato, né che i denti masticato a dovere. Ma mentre, cercavano di domare lo stomaco, s’indebolirono anche loro, e il corpo intero deperì. Di qui si vide come il compito dello stomaco non era quello di un pigro, ma che esso distribuiva il cibo a tutti gli altri organi. Fu così che le varie membra del corpo tornarono in amicizia tra loro e con lo stomaco. Così Senato e Popolo, come se fossero un unico corpo, deperiscono con la discordia, mentre con la concordia restano in buona salute” (Tito Livio, Ab Urbe condita, II, 32).     

● San Paolo a sua  volta insegna:   «Molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Né l’occhio può dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi […]. Anzi quelle membra che sembrano più umili sono le più necessarie. […]. Dio ha composto il corpo affinché non vi fosse disunione in esso, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro sta bene, tutte le altre gioiscono con lui» (1 Cor., XII, 4-20).

● Le ineguaglianze e la gerarchia tra i membri del corpo fisico e di quello civile, convergendo verso un fine comune (il benessere del tutto), formano l’unità e l’armonia dell’organismo. Così è nella Chiesa: laici, chierici, parroci (Chiesa discente), Vescovi e Papa (Chiesa docente). Così pure in Paradiso: Angeli, Arcangeli, Potestà, Troni, Dominazioni, Cherubini e Serafini.

● Senza diversità e gerarchia tutto è piatto, brutto, immobile e morto. Se le cinque dita della mano umana fossero tutte eguali, la mano sarebbe informe e anche mostruosa; i palazzoni delle periferie urbane sono tutti eguali e perciò sono deformi, brutti e alienanti, mentre le casette medievali, costruite pietra su pietra dai loro proprietari, sono piccoli gioielli e una è diversa dall’altra.

● L’unica disuguaglianza sostanziale infinita esiste tra Creatore e creature; disuguaglianza finita, ma sostanziale esiste tra specie diverse (angelo, uomo, animale, vegetale, minerale) mentre nella stessa specie (umana) vi è un’eguaglianza sostanziale (tutti gli uomini sono animali razionali, composti di anima immortale e corpo) con delle differenze accidentali, sulle quali si fonda la gerarchia umana, che non è schiavismo disumano. Ora il liberismo di derivazione calvinista pretende che tra gli uomini vi siano disuguaglianze sostanziali (il ricco è benedetto e predestinato, il povero è maledetto e dannato); mentre il comunismo inculca al povero l’odio verso il ricco come se la ricchezza in sé fosse intrinsecamente cattiva.

● È importante che il militante antisovversivo si abitui a vivere bene, rispettando la Legge divina, poiché “bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finisce per pensare male se si vive male”. Non si può restaurare la Società se abbiamo il disordine o la Sovversione in noi  (“agere sequitur esse, modus agendi sequitur modum existendi”: si agisce come si è, il modo di agire segue il modo di essere).

● I consigli pratici per restaurare se stessi, la famiglia e la Società civile sono i seguenti:
1°) riforma te stesso, poi la tua famiglia e quindi la Società; 2°) ritorna al buon senso, al realismo che conforma il pensare alla realtà e possibilmente studia la filosofia perenne di S. Tommaso che ha elevato a scienza il senso comune e la retta ragione che ogni uomo normale possiede; 3°) vinci l’ozio, che è il “padre dei vizi” e incoraggia lo sforzo fisico, intellettuale e morale; 4°) ricorri a Dio onnipotente, che solo può debellare il Leviatano mondialista che attualmente schiaccia gli uomini come schiavi. 

● Spero che questo libretto sia studiato e commentato assieme e settimanalmente dai giovani militanti per potere ritrovare l’ordine in sé e riportarlo nelle famiglie e nella Società. In questo tempo in cui la Sovversione è penetrata anche in ambiente cattolico e persino “tradizionalista” è più che mai  necessario che i giovani abbiano idee chiare sulla dottrina cattolica sia a livello spirituale (teologia ascetica e mistica) che sociale (dottrina sociale). Solo la preghiera unita all’azione e allo studio della filosofia politica, la pratica dei Sacramenti, la frequenza degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio, daranno al giovane militante le forze necessarie per combattere la buona battaglia che non è solo contro le forze di questo mondo, ma contro il Principe di esso, che è il diavolo e Satana.

d. CURZIO NITOGLIA


Il libro di don CURZIO NITOGLIA “Sovversione & Restaurazione”, edito dal Centro Studi Jeanne D’Arc di Milano (73 pagine, 9 euro), può essere richiesto a redazione@ordinefuturo.info .

mercoledì 6 giugno 2012

AIUTA I TERREMOTATI D'EMILIA CONCRETAMENTE!



Puoi mandare loro:
  • Slip (maschili e femminili, dalla taglia 0 alla 50), calze, pannolini ed assorbenti, biancheria in genere
  • Asciugamani, saponi e detergenti, shampoo, carta igienica, spazzolini e dentifricio
  • Lenzuola
  • Tavoli e sedie, giocattoli, fazzoletti, schede telefoniche
  • Cibo a lunga conservazione, che possa resistere al viaggio
Contattando Mario (cell 3314231891).
Inoltre, sabato 23 - in via Italia - faremo un gazebo per raccogliere ciò che vorrete spedire ai nostri connazionali terremotati.
Manderemo tutto quanto raccolto alla sede bolognese di Forza Nuova, che già s'è mobilitata per fornire tutto l'aiuto possibile.

lunedì 4 giugno 2012

Contributo inviatoci: - Maria nell'arte (musica): lo Stabat Mater - di J. M.

Lo Stabat Mater (dal latino Stava la madre) è una preghiera - più precisamente una sequenza
del XIII secolo, attribuita a Jacopone da Todi.
Un testo questo, che ci fa riflettere sulla figura di Maria, la Mamma più bella, quella di cui Dio si è
innamorato dall’eternità. Già, dall’eternità: è da allora che Dio guarda a Maria; è dall’eternità che Egli
aspettava la pienezza dei tempi, dice la Bibbia.

Mentre la prima parte della preghiera - che inizia con le parole Stabat Mater dolorosa - è una
meditazione sulle sofferenze della Madonna durante la crocifissione e la dolorosa Passione di Suo
Figlio Gesù, la seconda - che inizia con le parole Eia, mater, fons amóris - è una invocazione in cui si
chiede a Maria di poter essere partecipi del dolore e della sofferenza che sta provando, avendo nel
cuore, nelle vene e nelle membra l’immagine della Croce e del sangue versato.
Un’unità - scrive Padre Stefano Maria Manelli, FI – così perfetta tra il Redentore e la Corredentrice che il colpo perforante al corpo esangue del figlio sulla Croce, fu sentito al vivo dalla Madre, perché il Corpo trafitto era carne della sua carne.
La Madonna diede la sua carne al Figlio Gesù da immolare per la nostra Redenzione, sentendosi anch’Ella unita a Lui nel sacrificio cruento per la nostra salvezza. Davvero Maria Santissima, guardando il corpo crocifisso di Suo Figlio sulla Croce, non poteva non sentire al vivo che quella era la sua carne, la carne immacolata che aveva dato a Lui all’atto della concezione nel suo grembo verginale, per opera dello Spirito Santo. Cerchiamo, allora, di immedesimarci nella scena; immaginiamo di abbracciare la croce, di stringerci ad essa, di asciugare le ferite delle gambe e dei piedi del Maestro ed immaginiamo la sofferenza di una
Madre insieme a Giovanni, l’apostolo piccolo.



Siamo (eravamo) in Quaresima e spesso ritroviamo questa splendida sequenza nel rito della Via Crucis.
Fu posto in musica da oltre 400 compositori, tra cui Antonio Vivaldi - nato a Venezia, il 4 marzo del
1678 -. Grande rappresentante del Settecento veneziano, uno dei violinisti più virtuosi del suo tempo e
uno dei più grandi compositori di musica barocca, considerato il più importante, il più influente e il più
originale.
Detto il prete rosso per il colore dei suoi capelli - Vivaldi, infatti, era sacerdote, ma dispensato
dall'obbligo di dire Messa per la grave forma di asma di cui soffriva, che agli inizi del ministero lo
aveva costretto spesso a interrompere le celebrazioni - di lui conosciamo poco la musica sacra che
racchiude tesori preziosi. Ci sono prevenute circa cinquanta opere di questo genere: parti della Santa
Messa tridentina e loro introduzione su testo libero, Kyrie, Gloria, Credo, salmi, inni, antifone, mottetti;
si attengono alla produzione concertata anche i suoi lavori a cappella, come il Lauda Jerusalem a 4 voci
e il Credidi a 5 voci, il Gloria RV 589, il Magnificat RV 610-611 e infine lo Stabat Mater RV 621 in Fa
minore. Quest’ultimo inno, composto nel 1712 per essere eseguito come parte della Festa dei Sette
Dolori di Maria Vergine
a Brescia, è una delle composizioni sacre più note di Vivaldi e fu
commissionata dalla Chiesa di Santa Maria della Pace.
La semplicità dello stile, la ricchezza della melodia, la presenza di caratteristiche inusuali - come la
predominanza dei movimenti lenti e delle chiavi minori - garantirono l'affermazione perenne dello
Stabat Mate”. Il ripetersi delle parole e delle continue modulazioni rendono quasi visibile il senso
profondo del dolore, ma - soprattutto - invitano alla meditazione e alla preghiera. Un'altra particolarità
che contraddistingue la musica sacra del prete rosso è l’assegnazione della parte melodica ad
un'unica voce di sottofondo.
Insomma, pur presentandosi come un inno arrangiato - in quanto solo metà del testo è stato messo in
musica - il lavoro rivela una profondità musicale ed emotiva e, per questo, viene considerato uno dei
suoi primi lavori sacri più importanti.
Carlo Goldoni - drammaturgo, scrittore e librettista italiano - nel suo primo incontro con Vivaldi
racconta: Lo trovai circondato di musica, di spartiti e con il breviario in mano.
Capita, molte volte, che il significato religioso dello Stabat Mater venga trascurato e il testo venga
usato come puro suono e ritmo, ma, in verità, ogni volta che dovessimo imbatterci in questo testo, mai
dovremmo trascurare quella che è l’effigie dell’Immacolata che viene fuori come fosse scolpita nel
legno della Croce.

Maria è il respiro dell’anima, è l’ultimo soffio dell’uomo. Ella discende in noi come acqua per le
membra e per l’anima, e da carne inerte che siamo noi, risorgiamo a nuova vita, a vita pura, a viva
potenza
; versi questi di Alda Merini, che alla Madonna dedicò molte pagine della sua ricca produzione
poetica.